E’ ORA DI VEDERE

di Cristina Savelli

Nel percorso di progettazione e pre-produzione del documentario per il saggio finale del corso alla Scuola di Cinema e Televisione di Milano, che ho concluso pochi mesi fa, ho incontrato un testo di Johan van der Keuken del 1974 (Aventures d’un regard, Editions Cahiers du Cinema, Paris, 1998. Trad. Alba Bariffi). Nel esplicitare il suo rapporto con la ‘realtà’, il regista sposta – in analogia con il suo percorso conoscitivo che avviene durante tutte le fasi di elaborazione del film documentario – il rapporto con la conoscenza, e a svolgere questo percorso chiama anche lo spettatore. Se questo sarà in grado di impegnarsi in un processo conoscitivo che potrà svolgersi nel dipanarsi della visione del film, potrà giungere ad una conoscenza diversa da quella veicolata dal sapere accademico, in cui è la ‘realtà’ ad essere portata allo spettatore, sovente correlata da una serie di a-priori trasmessi, più o meno consapevolmente, allo spettatore.

E aggiunge: “Per me, in astratto, questo corrisponde all’idea di democrazia di base in cui, finalmente, tutti hanno la stessa posizione di partenza di fronte al sapere e in cui il sapere non arriva dall’alto ma viene acquisito in quanto parte di una realtà che, in linea di principio, è accessibile a tutti.

Questo concetto del ‘sapere’ legato ad una ‘realtà accessibile a tutti’, è straordinariamente attuale, amplificato dagli ambienti 2.0 e dalle nuove tecnologie.

La ricerca del ‘sapere’ è diventata individuale e attiva, favorita dallo scambio con persone che hanno già usufruito di quella conoscenza (prodotto, servizio, ecc.) e che, liberamente, rilasciano le loro impressioni, informazioni, valutazioni sul web, a disposizione di chi voglia usufruirne.

Di più.

E’ ufficiale l’acquisto da parte di Google di WAZE (dal sito italiano: Waze è l’applicazione gps per evitare il traffico, basata sulla community più diffusa e in veloce crescita nel mondo! Presto, unisciti agli altri guidatori nel tuo territorio, per condividere in tempo reale informazioni sul traffico e aiutare tutti a risparmiare tempo e benzina, durante la guida di tutti i giorni) per una cifra non resa pubblica ma che si stima possa essere superiore al miliardo di dollari.

Perchè un così alto l’interesse per questa app, considerando che anche Facebook e Apple erano fortemente interessati all’acquisto? Come funziona realmente WAZE?

velocità2WAZE è un app ‘sociale’ di navigazione e traffico, che fornisce indicazioni agli automobilisti. WAZE raccoglie i dati dal GPS dell’utente per generare in tempo reale i dati sul traffico. Oltre a questo, gli utenti condividono i rapporti sugli incidenti stradali, le ‘trappole’ della polizia, o qualsiasi altro tipo di pericoli naturali che si incontrano sulla strada. WAZE è una comunità totalmente definita dagli utenti e di utenti WAZE ne ha, al momento, 50 milioni. E’ chiaro che Google, che ha già fortemente investito nella sua posizione sulla base di servizi di navigazione di Google Maps per fornire mappe, indicazioni, vista stradale, ecc., prevede di integrare le informazioni sul traffico in tempo reale utilizzando la comunità di utenti.

Ma qual è il punto di forza di questa app? In sintesi possiamo dire che la potenza dell’applicazione risiede nel fatto che gli utenti non inviano messaggi ad un centro che registra i loro dati e neanche interagiscono con un brand, ma interagiscono fra di loro: ogni utente vuole sapere, così come tutti gli altri, in tempo reale qual è il migliore percorso per giungere a destinazione.

La realtà oggi è che si sono ampiamente consolidati modalità relazionali people-to-people che si fondano su valori come la reciprocità e il benessere.

Il concetto di reciprocità e della sua valenza economica, è stato già anticipato in un nostro post dello scorso anno ed è ampiamente analizzato e discusso da Rosanna Del Noce nel suo libro, Coevoluzione 2.0 e risorse umane. Le strategie per essere un’azienda 2.0, pubblicato da Franco Angeli nella collana HR COMMUNITY.

Ma cosa accadrà nelle aziende che si troveranno a relazionarsi con un mercato che sarà (ed è) 3.0?

Come cambieranno le organizzazioni per porsi in un nuovo flusso relazionale in cui non sarà più sufficiente monitorare la soddisfazione del cliente con questionari o con statistiche di accesso al proprio sito aziendale o al proprio account sui social network?

È ora di far evolvere il potenziale aziendale con i progetti di coevoluzione 2.0

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